Portachiavi paracadute per chiavi
di Alessandra Racca

 Precipitare non è mai stato così sicuro

Perché il Portachiavi paracadute per chiavi
Il Portachiavi paracadute per chiavi è un’attrezzatura per scopi civili, ovvero per rendere più civile la convivenza con coniugi, figli, compagni e coinquilini che facilmente dimenticano le chiavi e che sono soliti richiamare dai cortili delle case i suddetti conviventi con il tipico segnale urlatorio esemplificabile con «Ma’, ho dimenticato le chiavi, me le butti?» [* Il vocativo Ma’ (Mamma) può essere sostituito da Pa’ (Papà), amore, o da nomi di persona o diminutivi].
La prassi della dimenticanza chiavi prevede che, udito il tipico segnale urlatorio appena citato, il malcapitato convivente si getti alla ricerca di un sacchetto (al fine di proteggere almeno parzialmente le chiavi nel lancio) e, talvolta, di un pesetto (in caso di chiavi leggere e di lanci da altezze elevate – tipiche dei terzi e successivi piani). Ovviamente – specie se da basse altezze – il lancio può essere effettuato anche senza sacchetto, però è risaputo che il lancio ripetuto delle chiavi, in particolare se senza protezione, può causare logorio alle chiavi stesse, oltre che ai rapporti con i conviventi. Non potendo agire su quest’ultimo problema relazionale, si è pensato di trovare una soluzione razionale per il problema fisico. Si è inoltre voluta trovare una soluzione per l’annoso problema del lancio dai piani molto alti, da dove, è noto, i lanci sono pressoché impossibili da effettuare senza una adeguata attrezzatura e senza incorrere in gravi rischi per cose e persone.

Come funziona il Portachiavi paracadute per chiavi
Il Portachiavi paracadute per chiavi è composto da un gancio al quale vengono fissate la/le chiavi. Tale gancio è fissato a numerose funicelle, collegate a una superficie frenante (vela) a calotta emisferica, realizzata in tessuto poliammidico di colori fluorescenti per consentire maggiore visibilità e lanci notturni. La fluorescenza della calotta consente inoltre un rapido ritrovamento delle chiavi in borse e tasche della giacca.
Effettuato il lancio, la caduta del mazzo di chiavi sarà frenata dalla vela, consentendo una più dolce discesa del grave e una più sicura presa da parte del destinatario del lancio. Si potrà inoltre evitare l’impatto violento con il suolo, con altri oggetti (a titolo esemplificativo: auto parcheggiate) o parti di corpo di esseri viventi (a titolo esemplificativo: gatto o testa di passante).
La calotta della vela si può arrotolare e richiudere a fagotto grazie a un semplice sistema di piegamento e gancino.

Altri vantaggi del Portachiavi paracadute per chiavi
Trattandosi di un portachiavi, l’oggetto è costantemente agganciato al mazzo di chiavi. Ciò evita la ricerca del sopraccitato sacchetto ed abbrevia i tempi di lancio. È risaputo infatti che il tipico segnale urlatorio del «Ma’, ho dimenticato le chiavi, me le butti?», è anche accompagnato da successive incitazioni e indicazioni di fretta (a titolo esemplificativo: «Oh dai!», «Ci sei?», «Maaaammaaaa…»), essendo il dimenticatore di chiavi spesso anche affetto dalla sindrome da «uscita all’ultimo minuto».
Il gancio che assicura le chiavi al paracadute vero e proprio ha un peso sufficiente da garantire l’efficacia di lancio anche per una singola – ed eccessivamente leggera – chiave, eliminando definitivamente il tempo per l’affannosa ricerca del pesetto.
Per evitare il problema della collusione con ostacoli durante la caduta, il portachiavi paracadute è dotato di un filo di recupero di lunghezza variabile e di peso trascurabile, ma di sicura tenuta, assicurabile con un piccolo moschettone al gancio di fissaggio delle chiavi. Tale filo consente il recupero da parte del lanciatore delle chiavi qualora si verificassero problemi di lancio quali, a titolo esemplificativo, ancoraggio a fili della biancheria del vicino del piano primo.
Inoltre, pur non essendo riusciti a risolvere il problema primario della dimenticanza delle chiavi del convivente, grazie all’uso del portachiavi paracadute si è notata una riduzione del nervoso del lanciatore e, al contrario, un incremento della piacevolezza del lancio.


Illustrazione di Francesco Guarnaccia

Francesco Guarnaccia è nato a Pisa nel 1994. Ha pubblicato una storia sull’antologia Amenità n.3 e la graphic novel Guida spa­ziale al terrestre (Zandegù, 2014). Collabora all’interno del blog collettivo Troppiscrappi e ha un tumblr tutto suo dal titolo GuarnaGna. Dal 2014 fa parte del collettivo Mammaiuto. Attualmente studia Design a Firenze e fa i fumetti di soppiatto.

Questo articolo è stato pubblicato in numero 17. Bookmark the link permanente. Scrivi un commento o lascia un trackback: Trackback URL.

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