È passato un anno e mezzo dall’ultima volta che ci siamo visti, anche di più. Ne sono successe di cose, ma alla fine ce l’abbiamo fatta, siamo tornati. E adesso eccoci qua a raccontare un nuovo numero di «Colla». Il 29!
Per farlo, non posso che iniziare dalla copertina. È un autoritratto, così come lo sono le dodici illustrazioni interne*. Tutte opere realizzate dagli ospiti della Casa per la Vita Artemide nell’ambito di «Questo è un poster», campagna di sensibilizzazione contro il pregiudizio sul disagio mentale, finalizzata a favorire l’inclusione sociale delle persone affette da disturbi della mente.
La Casa per la Vita Artemide è una struttura residenziale a carattere socio-sanitario di Racale (LE), che coinvolge i suoi ospiti in numerosi progetti e attività di carattere culturale e artistico. Quando abbiamo saputo che tra queste attività c’era anche la lettura di «Colla», abbiamo pensato a un modo per collaborare con loro. E grazie a Walter Spennato, coordinatore della struttura (e autore, tra le altre cose, di tre raccolte di racconti per Besa editrice), l’idea ha preso forma.
Ringraziamo infinitamente, oltre a lui, i tredici artisti degli autoritratti: Ada, Alessandro, Anna, Anna Maria, Cosimo, Donatella, Gianni, Giovanni, Jimmy, Luigi, Luigi (l’altro), Marcello e Raffaele.
A rischio di trasformare questo editoriale in una lunga lista di ringraziamenti, non posso esimermi dall’estendere la mia gratitudine agli autori dei racconti che compongono il numero. Non solo per averci proposto le loro splendide storie, ma soprattutto per la pazienza che hanno avuto nell’aspettare di vederle pubblicate.
In Il mio collega Gianmarco Perale (autore di Le cose di Benni, Rizzoli, 2021) ci fa assistere al dialogo che avviene nell’abitacolo di un’auto tra un ragazzo e una ragazza. Già dalle prime righe la tensione acquista una consistenza quasi fisica. Accanto a quello verbale scorre un dialogo parallelo, ma fuori sincrono, fatto di piccoli gesti, che anticipa ciò che le parole renderanno esplicito.
Tiro da tre è una storia fulminea e fulminante, uno spaccato di vita, un’istantanea in cui ogni frase contribuisce a costruire un racconto metaforico, ma non ovvio, appena allusivo. Grazie alla scrittura di Eleonora Bassi ci immergiamo nella narrazione tanto da avvertire il profumo dei meloni dell’ortolano, condividiamo le emozioni della protagonista come se si trattasse di una vecchia amica.
Al centro di Un miracolo di cattivo gusto, di Daniel Coffaro, c’è una famiglia. Padre, figlio, figlia. La morte della madre è un dramma recente, ma qualcuno sembra aver trovato il modo per fingere di averla ancora accanto. Un modo, però, piuttosto discutibile. A primo acchito verrebbe da descrivere come atipica la famiglia raccontata da Coffaro, ma più il conflitto si intensifica più emergono quelle incomprensioni, quelle inadeguatezze e quei tentativi frustrati di rendere felici gli altri che caratterizzano ogni nucleo familiare.
Con La buca delle voci smarrite Eduardo De Cunto ci trasporta in un mondo in cui tutto può succedere. In cui una buca può parlare infiniti linguaggi, assorbire insulti, restituire risposte piccate, diventare una perfetta valvola di sfogo, e anche il segreto più prezioso di due bambini annoiati.
La protagonista di Carmen De Nisi appunta i suoi Piccoli atti sovversivi su una nota del cellulare. Gesti che spesso le provocano imbarazzo, ma anche piacere. Un nuovo piccolo atto sovversivo sta per arrivare e con esso, forse, un’altra fase della vita.
Assassinio senza pretese è un titolo insolito per un noir, ma del resto nel racconto di Alessandro Messina c’è poco di canonico. Il paesino di Valle Pelosa è un posto tranquillo, in cui non accade nulla, almeno fino a quando una telefonata non sconvolge la solita giornata oziosa del commissario De Santis. È anche un racconto molto speciale per «Colla». Si tratta infatti della prima volta che sulla rivista compare un caso da risolvere. Ci abbiamo preso gusto, però, e non vogliamo che sia l’ultima. Per questo arriveranno presto novità in proposito.
*Le illustrazioni interne sono presenti nel pdf, non sono invece visualizzabili online.
Marco Gigliotti
Il mio collega
di Gianmarco Perale
Ho accostato la macchina e ho messo le quattro frecce. Clara ha detto: «Possiamo arrivare a casa, almeno?»
«Devi dirmi la verità.»
«Te l’ho detta, la verità.»
In autostrada non c’erano macchine. Continua a leggere…
Tiro da tre
di Eleonora Bassi
C’era questa cosa, che io volevo del melone, un martedì sera, e l’ortolano stava proprio oltre il cancello di casa. C’era da farsi i quattro piani a scendere ̶ okay ̶, e poi a salire, con almeno due
meloni in una busta. Se dovevo togliere il pigiama, fare i quattro piani, rifare i quattro piani, rimettere il pigiama, tanto valeva farlo per due meloni. Continua a leggere…
Un miracolo di cattivo gusto
di Daniel Coffaro
Romeo ha addosso quaranta chili in più di me e se oggi dovesse passargli per la testa di prendermi a pugni dovrei difendermi con metodi obliqui. Piantargli un coltello in gola, magari, in quel suo collo da manzo. Di fatto non vorrei rovinare la cena di Sofia, ma non mi posso permettere di passare i prossimi mesi in coma: martedì devo partire. Continua a leggere…
La buca delle voci smarrite
di Eduardo De Cunto
Quando ero piccolo uscivo tutti i giorni a giocare con Pio in quei campi che non erano campagna, perché troppo vicini alla periferia, e non erano periferia, perché di lì a pochi passi era campagna. E non erano neanche campi, in verità: erano distese di terra intervallate da qualche sprazzo d’erbaccia. Continua a leggere…
Piccoli atti sovversivi
di Carmen De Nisi
Piego l’angolo, prendo il cellulare, apro una nota e scrivo Fatto un orecchio alla pagina di un libro. A rileggerle una dietro l’altra le cose che annoto appaiono senza senso, e lo sono, le segno per capire se c’è un filo conduttore. Continua a leggere…
Assassinio senza pretese. Una storia da Valle Pelosa
di Alessandro Messina
Morì in un bel giorno di fine aprile lungo la riva sinistra del fiume Senno. Non aveva vent’anni, non aveva un fidanzato, non aveva mai lasciato Valle Pelosa. Non aveva avuto tempo.
Qualcuno le sparò un colpo al cuore. Continua a leggere…