C’è un racconto di Carola Susani contenuto in Pecore vive (minimum fax, 2006) in cui la protagonista rapisce e porta a casa un uomo che ha appena avuto un infarto. Se ne prende cura, lo libera, ma gli sottrae un grosso uovo a cui lui, sotto shock, sembrava tenere particolarmente. Lo cova sotto le coperte e, quando si schiude, ne esce un lucertolone. A riempire di senso la storia c’è un antefatto a cui non abbiamo accennato e non accenneremo.
Questo per dire che volevamo ospitare Carola Susani su Colla da quando abbiamo letto il racconto in questione, praticamente da sempre. Colla 26 non poteva quindi aprirsi in modo migliore. In Reazione c’è una baraccopoli costruita dopo il sisma del Belice, è animata da bande di ragazzini e uno di loro è più speciale degli altri. Per scoprire il motivo bisognerà leggere fino alla fine.
Luca Giordano ha esordito nel 2013 con uno splendido romanzo pubblicato da Isbn: Qui non crescono i fiori. Il fatto che Isbn non esista più non è una buona scusa per non averlo sui vostri scaffali, quindi correte a procurarvelo. Intanto potete prendere confidenza con la scrittura di Luca leggendo Lui, in cui una madre si trasforma nel proprio figlio.
Francesco Scarrone torna su Colla con Incrocio, e lo fa alla grande portandoci, direttamente dal Sud America, la sensazionale storia di Luciano Grossman e di quella volta che, a quarantatré anni suonati, dovette affrontare il talento di un diciassettenne destinato a diventare una leggenda del calcio.
Con La gestione delle distanze seguiamo la protagonista di Paola Moretti mentre attraversa le sale buie di un club, dalla dancefloor al bar ai bagni. Tra glitter, MD, magliette sudate e drink al mate, le stiamo accanto, alla ricerca, come lei, di un universo parallelo in cui ciò che più desideriamo accade davvero.
Nel racconto di Claudio Lagomarsini, Il vecchio Kenji, una donna sui trentacinque si trova a dover badare al cane della vicina giapponese. Non è la prima volta, ma stavolta un imprevisto renderà tutto più complicato.
Chiude questo numero di Colla Quasi una storia di fantasmi, di Marco Malvestio. E siamo particolarmente felici di ospitarlo perché un racconto della paura ci mancava. Sarebbe troppo facile e di cattivo gusto dire che si tratta anche di un racconto da paura, ma noi non temiamo le cadute di stile, quindi lo diciamo lo stesso. Anche perché, in quanto a stile, con la copertina di Alessandra Marianelli, alias Luchadora, ci sentiamo in una botte di ferro.
Francesco Sparacino
Reazione
di Carola Susani
Doveva essere l’ultimo anno, o il penultimo, della mia permanenza a San Martino. Mimmo lo conoscevo da prima: si aggirava orecchie tese, quasi annusando, nella parte della baraccopoli che occupavamo, attratto dalle luci e dalle voci che risuonavano fino a tarda ora. Continua a leggere…
Lui
di Luca Giordano
Si sveglia all’improvviso alle tre e ventisette e, come ogni volta che sogna suo figlio, Teresa non riesce più a chiudere occhio. Questa notte, oltre al sogno – il suo rientro in casa e un abbraccio, discorsi molto realistici a pranzo – a stordirla c’è il rumore della grandine improvvisa che frusta i teli di plastica dei ponteggi del palazzo di fronte. Continua a leggere…
Incrocio
di Francesco Scarrone
Più passavano gli anni e più gli retrocedevano il ruolo. Quando era un ragazzino, magro, agile, svelto come una lucertola, era un attaccante puro. Falco da area di rigore. Un vero rapace in grado di lanciarsi prima di tutti su un cross o una palla tesa a mezz’aria. Sognava di diventare il Pelé bianco. Continua a leggere…
La gestione delle distanze
di Paola Moretti
Ha dei glitter dorati nelle pieghe intorno agli occhi che le si formano quando sorride. Mi sta abbracciando. È minuta. Profuma di shampoo e nonostante le orecchie a sventola è carina. Ma non so chi sia. Continua a leggere…
Il vecchio Kenji
di Claudio Lagomarsini
Tempo fa, era un mattino di luglio, si è presentata da me la signora Matsuda. Quando le ho aperto ha indicato il mio zerbino: il vecchio Kenji, adagiato nella posizione della sfinge, mi guardava con occhi cisposi e lingua pendente. Continua a leggere…
Quasi una storia di fantasmi
di Marco Malvestio
S. non sa se chiamare o no: rimane in piedi davanti alla finestra, col telefono in mano, per diversi minuti. È una mattina limpida, che immobilizza nel suo calmo gelo, filtrato attraverso i vetri sporchi, i piatti e le stoviglie della cucina, e il piccolo tavolo e le sedie chiare. Continua a leggere…